Varcato l'ampio portone, si apre un atrio di forma ovale, nei cui lati brevi sono ricavate quattro piccole esedre, decorate a cassettoni. Tra un'esedra e l'altra compaiono coppie di erme ioniche, alternate a riquadri sormontati da un piccolo obelisco.

Di grandissimo pregio il soffitto scandito da fantasiose decorazioni in stucco: nel medaglione centrale è rappresentata una scena di trionfo di un guerriero secondo i più antichi e consolidati modelli iconografici, mentre nei quattro tondi posti intorno sono immagini connesse in diversi modi al tema dell'imperatore della sua liberalità, secondo l'interpretazione della Müller Profumo.

Su di un finto tessuto appeso a ganci attorno all'ovale centrale eleganti volute, festoni vegetali, trofei di armi e piccoli putti sono gli elementi di raccordo tra i diversi medaglioni. Gli stucchi sono ancora opera dello Sparzo, ma il disegno di questo ambiente e della sua decorazione è probabilmente riconducibile all'ideazione del Bergamasco, la cui cifra stilistica è evidente nella bizzarra tipologia delle erme, tipica dello stile manierista di questo artista.

Fino agli ultimi restauri l'atrio era mortificato da una tinteggiatura color ocra-verdastro che non facilitava una corretta lettura dei diversi elementi; oggi la pulitura delle superfici e i diversi interventi hanno restituito agli stucchi le loro originali cromie, giocate su toni bianchi e azzurri.

Superato l'atrio passante si percorre un androne - nelle cui lunette gli ultimi restauri hanno riportato alla luce figurazioni di soggetto navale e marino, probabili esecuzioni seicentesche - che conduce all'ampio cortile, concluso da un imponente ninfeo.


 

La pulitura delle superfici e i diversi interventi hanno restituito agli stucchi le originali cromie, giocate su toni bianchi e azzurri.

In alto