Osservando la superficie in fase di rilevamento dello stato di degrado, fu notata immediatamente la disomogeneità dell'intonaco, molto depauperato dagli agenti atmosferici, tranne che nelle zone protette da gronde e marcapiani, laddove era ancora presente e ben conservata la decorazione dipinta; il supporto, come poi confermato dalle indagini scientifiche, era coperto da una malta di calce e sabbia (con inclusioni di diversa natura e granulometria), e da uno strato più sottile di cocciopesto.
L'intonaco , steso in giornate ed in pontate,recava una pellicola pittorica residua (brani di decorazioni e di colore presenti nelle aree protette dal dilavamento), molto compatta, con colori a calce, stesi su supporto ancora abbastanza fresco.
Si sono riscontrate numerose stuccature e tamponamenti in malta cementizia, nonchè reintonacature, a volte estese per grandi dimensioni , eseguite in periodi diversi del tempo-vita del palazzo.
La testimonianza di uno di questi passaggi è certificata dalla data scritta nel cornicione sottogronda della facciata d'ingresso (1868 ), sulla fascia decorata con stencil in bianco e nero, ricoperta dalla colorazione gialla: evidentemente un intervento di "manutenzione" commissionato dal Podestà.
Per l'esposizione agli agenti atmosferici e la presenza di elementi di reintegrazione impropri, il supporto mostrava una disomogeneità di stesura e di spessore:la prima operazione è stata quella di rimuovere tutte quelle parti ricostruite con malte inidonee, e di provvedere al consolidamento in profondità, alla nuova integrazione con malta a base di calce delle lacune, ed alla esecuzione del tonachino in cocciopesto, laddove mancante.
Contestualmente, per poter riproporre interamente l'apparato decorativo dipinto,altamente scenografico, fu eseguito il rilevamento, prima in sito e poi mediante progetto grafico,di tutte le linee di incisione presenti,peraltro molto evidenti ad una visione ravvicinata oppure a luce radente.
L'intero apparato decorativo, ripreso mediante velatura con colori alla calce adeguatamente pigmentati, è stato trattato in superficie,a scopo protettivo, con idrorepellente silossanico.
Analogamente si è proceduto sulle superfici del prospetto prospiciente Palazzo Grimaldi (Tursi): qui è stato interamente riproposto il repertorio decorativo, documentato dalla foto storica rintracciata presso il Gabinetto Fotografico di Palazzo Rosso, ed integralmente rilevato dai segni incisi sull'intonaco.